Dichiarazione di Saverio Collura Coordinatore Nazionale PRI

IL DEFAULT DELLA GRECIA E I PERICOLI PER L’ITALIA

Se la Grecia non potrà rimborsare all’inizio di giugno prossimo i 300 milioni (e sottolineo milioni) di debito in scadenza nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, si aprirà la procedura di “default” per quel paese.
La cifra in gioco è minima; e se rapportata alle potenzialità economiche e finanziarie dell’Area Euro addirittura del tutto insignificante. La questione, invece, assume i connotati dell’emergenza, in quanto sono le implicazioni politiche complessive che fanno da cornice a questo irrilevante aspetto finanziario a caricarla di forte valenza. Il vero problema pertanto non è la rata in scadenza, bensì da una parte la strategia complessiva dei paesi uniti dalla moneta unica sugli sviluppi e le prospettive del progetto euro; dall’altra le politiche di efficaci e profonde riforme che ognuno dei Paesi partners devono, finalmente, decidersi a mettere in campo in modo tempestivo e razionale, e comunque da subito credibili.
È ovvio che le difficoltà finanziarie della Grecia non si esauriscono una volta superato lo scoglio del rimborso al FMI dei 300 milioni; perché quel paese deve uscire dall’ambiguità nella quale sembra muoversi, ed affrontare in modo strategico e risolutivo le sue questioni politiche, economiche e sociali. Che sono sicuramente più gestibili se i principali paesi dell’area euro maturano il convincimento che la Grecia ha finalmente imboccato la strada delle riforme strutturali, ponendo in essere una credibile politica fiscale e di bilancio.
Quello che riscontriamo invece è l’apparente indifferenza dei governi, dal momento che i mercati finanziari ancora non sembrano dar segni di inquietudine, fiduciosi che il Quantitative Easing rappresenti un rassicurante “ombrello protettivo” per i loro investimenti sui debiti sovrani.
In tal senso crea non poche perplessità, riserve e preoccupazioni l’atteggiamento del tutto silente ed assente del governo italiano, che invece avrebbe di che preoccuparsi per i negativi effetti che il default della Grecia potrebbe innescare sul nostro paese. Infatti l’Italia vedrebbe compromessa la sua esposizione finanziaria complessiva pari a circa 40 miliardi di euro (2,5 punti di PIL) verso la Grecia; e soprattutto potrebbe pagare un costo insostenibile per una eventuale reazione negativa dei mercati finanziari, con i risvolti sulla crescita dei tassi passivi. Ciò potrebbe concretizzarsi qualora gli investitori internazionali ritenessero non più rassicuranti le azioni protettive messe in atto dalla BCE.
Nel frattempo il nostro governo, invece di informare adeguatamente gli italiani dei pericoli potenziali, ed operare in prima linea per cercare di neutralizzarli, si dedica alle piccole beghe della bassa politica di casa nostra, tutto proiettato e preoccupato delle prossime scadenze elettorali regionali. Non vorremmo ritrovarci all’improvviso nella drammatica situazione dell’autunno 2011.

Roma, 22 Maggio 2015